Il Re-Commerce nel retail è il nuovo trend in evoluzione dello shopping digitale

clickandshop-journal by Retailtrend.it (13 luglio 2023) – Il re-commerce sta assumendo un ruolo sempre più importante nel mondo del retail, dove i consumatori tendono a cercare opzioni di acquisto sempre più convenienti e sostenibili.

In particolare, secondo i dati del sondaggio recentemente riportato da TechCrunch circa l’82% dei consumatori a livello globale vende e/o acquista prodotti second-hand.

Caccia all’affare, con prodotti di marca ad un prezzo accessibile

I fattori che spingono i consumatori a optare per il re-commerce sono legati principalmente alla “caccia all’affare”, che consente loro di risparmiare attraverso l’acquisto di prodotti di marca ad un prezzo accessibile e/o di guadagnare grazie alla vendita di articoli di seconda mano, che costituisce per molti un’ulteriore fonte di reddito.

In particolare, per Gen Z (13%) e Millennial (19%) il re-commerce è diventato una fonte di reddito primaria o secondaria (30% per entrambi).

Altra motivazione è rappresentata dalla ricerca di stili di consumo più sostenibili: se pensiamo che solo nel settore dell’abbigliamento ogni anno vengono scartati o distrutti prodotti invenduti o in eccesso per un valore complessivo di miliardi di dollari, e ne consideriamo l’impatto ambientale (l’industria della moda contribuisce fino al 10% delle emissioni di gas serra a livello mondiale), è facile comprendere il riscontro positivo del re-commerce in termini di sostenibilità.

Millennial e Gen Z guardano sempre di più a brand che prevedono una strategia di sostenibilità

Forbes USA rivela che il 62% dei Millennial e Gen Z preferisce acquistare capi prodotti da marchi che integrano una strategia di sostenibilità. Tutti fattori che accelerano la crescita del mercato del re-commerce, che si prevede raggiungerà 289 miliardi di dollari entro il 2027 (+80% rispetto al 2021), crescendo 5 volte più rapidamente del mercato del retail complessivo.

Un italiano su 2 ha acquistato almeno un prodotto usato in questi ultimi anni

Questa tendenza che si sta verificando a livello globale, si sta riflettendo anche nelle abitudini di acquisto dei consumatori italiani: secondo il sondaggio realizzato da Lega Coop e IPSOS, presentato lo scorso maggio, circa 1 italiano su 2 ha acquistato almeno un prodotto usato negli ultimi 3 anni.

In un mercato in cui il consumatore tende ad acquistare più spesso su canali digitali piuttosto che in negozi fisici, la maggior parte degli acquisti avviene tramite marketplace di re-commerce online (61%). Basti pensare che gli utenti trascorrono 27 minuti al giorno su queste piattaforme, poco meno del tempo che si trascorre su social come Facebook, Instagram o Snapchat (circa 30 minuti al giorno).

Il Re-commerce negli Stati Uniti raggiungerà entro il 2026 quota 23,93 milioni di dollari

Come riportato da Forbes USA, si stima che le piattaforme di rivendita stiano progredendo ad un tasso di crescita annuale composto superiore al 34%. Il volume di rivendita di articoli di moda online negli Stati Uniti raddoppierà tra il 2022 e il 2026, quando raggiungerà i 23,92 miliardi di dollari.

In quest’ottica è importante per le aziende del mondo retail dotarsi di applicazioni e piattaforme digitali modulari e flessibili ispirati ai principi del Composable Business, per abilitare rapidamente nuovi servizi e modelli di business e per costruire un customer journey semplice, personalizzato e facilmente evolvibile sottolinea Francesco Soncini Sessa, Head of Strategic Alliances di Mia-Platform, tech company italiana che accelera la creazione di piattaforme e applicazioni digitali, e che nel settore Retail supporta le aziende nella costruzione di piattaforme omnicanale basate sui principi di Platform Engineering – L’utilizzo di soluzioni componibili nel settore retail è diventato fondamentale per le aziende che vogliono rimanere competitive e soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei propri clienti. Grazie a un’architettura modulare, i player del settore possono ottenere una maggiore agilità operativa, personalizzazione dell’esperienza cliente, capacità di innovazione continua ed efficienza operativa, aggiungendo, sostituendo o integrando facilmente nuove funzionalità e applicazioni senza dover riscrivere l’intera infrastruttura.”

Dunque, tra re-commerce e acquisti online, scopriamo quali sono, secondo le principali testate internazionali, i 5 trend di sviluppo sostenibile nel retail:

Logistica circolare

la gestione della catena di approvvigionamento e della logistica è un’area in cui il settore retail può apportare miglioramenti significativi in termini di sostenibilità. Ciò include l’ottimizzazione dei trasporti, il ricorso a imballaggi riciclabili o riutilizzabili, l’implementazione di soluzioni di logistica circolare e reverse logistic per ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza e la trasparenza dell’intera filiera. Inoltre, secondo un recente sondaggio condotto da Sifted il 79,6% dei consumatori sarebbe disposto ad aspettare almeno un giorno per la ricezione dell’ordine online se venisse spedito in maniera più sostenibile.

L’intelligenza artificiale

contribuirà a rendere i processi di vendita più fluidi, oltre che a personalizzare sempre più l’esperienza d’acquisto dei consumatori; permetterà di ottimizzare la supply chain, migliorando per esempio la gestione dei resi.

Il Metaverso

giocherà un ruolo sempre più importante nel futuro del retail: ricreare in 3D ambienti e prodotti permette ai brand di offrire una customer experience realistica e creare nuovi canali di incontro con la propria customer base, riducendo gli spostamenti verso il negozio fisico e migliorando la circolazione di informazioni per acquisti più trasparenti e consapevoli.

I Prodotti usati, riparati o riciclati

saranno sempre più diffusi: di fronte a consumatori che tendono ad acquistare meno e in modo più consapevole, le aziende stanno cercando di offrire ai consumatori esperienze sostenibili, ad esempio attraverso l’utilizzo di imballaggi eco-friendly, l’offerta di prodotti sfusi o la promozione di soluzioni digitali come i biglietti elettronici o le ricevute digitali per ridurre l’uso di carta.

Etichettatura ambientale

spazio alle etichettature ambientali per fornire informazioni trasparenti ai consumatori sui prodotti. Questo consente ai consumatori di prendere decisioni d’acquisto più informate e di identificare i prodotti con un impatto ambientale ridotto. Inoltre l’etichettatura ambientale di tutti gli imballaggi permette di fornire informazioni accurate per uno smaltimento corretto.